giovedì 15 dicembre 2016

IL RECENTE CASO DEL BIPEDE POLIGAMO. LE TRACCE DI LAETOLI: LEGGERE DI SCIENZA E TROVARCI CIÓ CHE SI VUOLE.


Se vuoi vedere il mondo colorato di giallo, puoi indossare un paio di occhiali con le lenti gialle. Se stai indossando un paio di occhiali con le lenti gialle, vedrai tutto il mondo colorato di giallo. In altre parole, la realtà si colora del colore che vuoi tu.

Yellow spectacles

I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo. Sono parole abbastanza famose, queste, che Fernando Pessoa fa dire al suo eteronimo Bernardo Soares in quella grande e disordinata collezione di pensieri intimi nota come Il Libro dell’Inquietudine. Ciò che cade sotto il nostro sguardo, si trasforma in qualcos’altro non appena viene osservato, prima ancora – forse – che raggiunga la nostra coscienza. Se c’è una cosa interessante, nel cervello, è il suo potere di trasformazione e di interpretazione dei messaggi che riceve. In parte, il cervello opera questo lavoro di trasformazione in modo del tutto autonomo: ci apparecchia la “realtà” in modo che la possiamo vedere, capire, confrontare, giudicare. Accanto a questo lavoro autonomo di preparazione c’è anche un lavorio assai più complicato e profondo da parte del cervello: è un lavoro di interpretazione della realtà che esso opera col nostro contributo cosciente e che tiene conto delle nostre precedenti esperienze, dei nostri interessi, dei nostri preconcetti, dei nostri desideri, delle nostre deformazioni, della nostra visione globale o particolare del mondo, della nostra Weltanschauung. Ciò che noi siamo (ciò che l’esperienza ha fatto di noi) funge da filtro in ingresso alla percezione che abbiamo della realtà e ce la fa interpretare come meglio ci conviene. Col celebre aforisma Non esistono fatti, solo interpretazioni, Nietzsche sottolinea come siamo in buona parte noi stessi gli artefici dei “fatti” e della “realtà” che osserviamo là fuori. È per questo motivo che varie persone che assistono al medesimo fatto (un incidente, un evento sportivo, un fatto di cronaca, un avvenimento politico) lo descrivono e lo giudicano ciascuno in modo variamente diverso dagli altri. Lo stesso vale per quando si osserva un “fatto scientifico” o se ne legge il resoconto. Si dice che i fatti scientifici sono obiettivi: che sono “neutri”. Quand’anche esistesse qualcosa del genere, questi medesimi ipotetici fatti “neutri” vengono letti e interpretati da ciascuno di noi, scienziati o persone comuni che siamo, ciascuno apportando quel quid di interpretazione personale che gli deriva dall’essere quel che è: dalle sue esperienze, dai suoi condizionamenti, dai suoi interessi, dalle sue speranze di ritrovare in quel “fatto”, una conferma alla propria Weltanschauung.
Anna Meldolesi è una biologa e una comunicatrice esperta e attenta. Molto interessata all’evoluzione dei costumi sociali (e di come il sesso faccia parte di detta evoluzione) ha dato il suo personalissimo taglio (interpretazione) alla recente scoperta, avvenuta nel nord della Tanzania, delle impronte di un gruppetto di Australopitechi rimaste impresse nella roccia tre milioni e mezzo di anni dopo che detti Australopitechi avevano affondato i loro piedi nel fango misto alle ceneri provenienti dal vulcano Sadiman, nella località di Laetoli.

Alcuni dei passi di Laetoli

Riprendendo lo studio appena pubblicato sulla rivista eLIFE da un gruppo di ricercatori italiani e tanzaniani, Anna Meldolesi ne ha ricavato un godibile articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 13 Dicembre, intitolato AVEVAMO ANTENATI POLIGAMI? UN’IMPRONTA RISCRIVE LA STORIA DI LUCY. Il titolo è un chiaro riferimento agli interessi della Meldolesi per l’evoluzione dei costumi, un interesse vivo che ha fatto cogliere all’autrice un aspetto che, nella pubblicazione scientifica originale è del tutto marginale.
Nella pubblicazione originale, intitolata NUOVE IMPRONTE DA LAETOLI FORNISCONO LA PROVA DI EVIDENTI DIFFERENZE DI STAZZA NEI PRIMI OMINIDI, il contenuto scientifico della ricerca riguarda statura, peso, e lunghezza del passo degli australopitechi che hanno lasciato quelle impronte. Gli australopitechi sono un gruppo di precursori della specie umana: quelli cui apparteneva la famosa Lucy, indicata romanticamente come la prima madre della stirpe umana. Dai dati ricavati dalle impronte, i ricercatori hanno speculato che dette impronte siano state lasciate da un maschio, alcune femmine (molto più piccole del maschio) e da qualche piccolo. Con questi risultati i ricercatori ritengono di poter dimostrare che quel gruppo di preominidi era caratterizzato da un forte dimorfismo sessuale, vale a dire una notevole differenza fisica tra i maschi e le femmine, maggiore ancora di quella che c’è, per esempio, tra leone e leonessa. Secondo i ricercatori, la differenza di stazza tra i sessi e quel poco che si può immaginare - da quell’insieme di passi - della vita sociale di quel gruppetto di ominidi, potrebbero far ritenere che le strategie riproduttive e la struttura sociale all’interno di qualche gruppo di ominidi primitivi fosse più simile a quello dei gorilla che non a quello degli scimpanzé o dell’uomo moderno.  Gli autori dell’articolo sono stimati paleontologi e paleoantropologi e hanno tutte le carte in regola per effettuare incursioni – partendo anche da pochi riscontri oggettivi – nelle abitudini sociali, ancorché ipotetiche, dei nostri lontani cugini. Le ipotesi proposte dai ricercatori sarebbero anche emerse dal fatto che, nella medesima area, erano state trovate impronte di passi  di due soli australopitechi, cosa che faceva pensare a relazioni di coppia piuttosto che di gruppo, come lascerebbero supporre le orme scoperte più recentemente.

Il quadro delle relazioni sociali che siamo immediatamente portati a rappresentarci passa quindi da un rassicurante e romantico rapporto di coppia a un più energetico e controverso quadro di harem poligamico.
È qui che ognuno di noi guarda ai cosiddetti “fatti scientifici” con i propri occhiali colorati, col proprio sguardo, con le proiezioni sociali che gli sono più congeniali e in base alla propria Weltanschauung. Là dove gli uni, nelle tracce di Laetoli, preferiscono vedere un’anticipazione delle regole sociali monogamiche su cui è basata buona parte della società occidentale contemporanea, altri preferiscono trovare prove paleontologiche per una certa qual tendenza a relazioni più dinamiche e allargate.

Passeggiata a due
Passeggiata di gruppo







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